Vichy d’oriente

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Vichy d’oriente

Non dirmi che il rientro al lavoro ti ha fatto già entrare in atmosfera autunnale.

Io ti volevo parlare del tessuto Vichy! Dal quale non si può prescindere in primavera/estate.

Che ci piaccia o no, impossibile evitarlo: costumi, vestiti, top, teli mare, pantaloni capri (e non solo), scarpe, cappelli, persino le tovaglie della trattoria. Ci viene proposto ovunque.

Ma lo sai che le sue origini non sono francesi, ma molto più lontane ?

Ad esempio, a Bali, non si può fare a meno di essere sorpresi dai tessuti Vichy bianco e nero che si vedono avvolti a statue, alberi, rocce e ombrelli votivi.

La geografia non dovrebbe sorprendere: il tessuto in sé trova la sua origine in Malesia, India e Indonesia.
Era (ed è) caratterizzato dall’alternanza di fili neutri e colorati che formano righe perfettamente simmetriche.

Nasce con il nome di Gingham (“a righe”, in lingua malese, che poi diventarono quadri) e viene esportato in Europa nel XVII secolo dalle colonie olandesi.
Successivamente, o contemporaneamente, chi lo sa, i francesi della Bretagna chiamavano questo tessuto guingan.

Inizia poi a essere prodotto industrialmente nella seconda metà del Settecento, in coincidenza con la chiusura della Compagnia delle Indie Orientali.

È in questo momento che il tessuto raggiunge Vichy, la città francese che si è affermata come uno dei principali produttori europei, e da qui la metonimia.

Qui crebbe soprattutto perché molto amato dalle nobildonne che lo indossavano per le loro passeggiate in riva al mare. Tuttavia, nel mondo anglosassone, il tessuto è ancora noto come gingham.


WELSH WOMEN, 1858 (gettyimages)

Nella foto qui accanto, tre donne gallesi bevono il tè con grembiuli in tessuto gingham, che rimasero in auge per secoli: spesso venivano associati alle uniformi di lavoro.

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Ti ricordi il film “Il mago di Oz”? Quello originale del 1939? Adrian, il famosissimo costumista delle prime dive di Hollywood, veste Dorothy proprio con un vestito a grambiule in quadretti Vichy bianchi e azzurri.

Il concetto di grembiule e scamiciato prosegue fino agli anni ’50, dove le uniformi da lavoro erano, spesso, quelle delle casalinghe, angeli del focolare.

Un tessuto pratico, funzionale e non troppo costoso, che però donava quella femminilità che all’epoca era considerata imprescindibile.

Come arriva ai giorni nostri, però ? Come si evolve dai grembiuli a tutti quegli elementi che abbiamo a disposizione oggi?

Grazie alla mitica BB!

Brigitte Bardot appare sulla copertina di ELLE, nel 1958, con un vestito in vichy rosa e bianco, ed è solo l’inizio.

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Un anno dopo, nel film « Vuoi ballare con me ? », indossa  una gonna a quadretti vichy bianchi a blu che diventa iconica.

Entra definitivamente nella storia della moda come ambasciatrice vichy quando sposa Jacques Charrier, in un abito rigorosamente a quadretti vichy rosa e bianchi.

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Da questo momento, il vichy non ha mai cessato di farci compagnia, diventando un classico intramontabile e atemporale.

Tornando a Bali, questo motivo rappresenta la battaglia tra il bene e il male, e si chiama Saput Poleng (= tessuto a due toni) e nella stoffa c’è un numero uguale di qua​drati bianchi e neri alternati. Insieme simboleggiano la coesistenza degli opposti e l’obiettivo finale dell’armonia.

La religione hindu balinese, infatti, si basa sulla visione dualistica dell’universo, paragonabile allo yin e yang. Non c’è gioia senza dolore, non c’è notte senza giorno. Il buono e il cattivo coesistono in ognuno e in ogni cosa. L’obiettivo dei balinesi, quasi tutti molto devoti, è fare sforzi per raggiungere l’equilibrio e la felicità di tutti.

Quando un oggetto indossa questa stoffa, significa che uno spirito risiede al suo interno. Il vestito fa sì che lo spirito e la sua energia rimangano dentro l’oggetto e protegge, al tempo stesso, le persone dall’essere disturbate dallo spirito.

Chissà se la mitica BB lo indossava apposta.

Ora però, dimmi… ce l’hai del vichy nel tuo armadio?

Ti confesso che io no, e penso sia giunta l’ora di rimediare. Mariella, qui serve il tuo intervento!

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